Il lavoro sta cambiando e cambierà ancora. Le conseguenze della pandemia non hanno fatto altro che accelerare un processo già avviato. Del resto, basta focalizzarsi sul periodo storico che stiamo attraversando per fotografarlo con una constatazione tanto banale quanto rivelatrice: mai in tutta la storia dell’umanità abbiamo assistito al progresso delle tecnologie come negli ultimi trenta-quarant’anni.
Il nuovo orizzonte digitale ha cambiato radicalmente ogni scenario, con conseguenze su ogni dettaglio delle nostre vite.
Nel lavoro i risultati sono ancora più tangibili. E lo saranno ancora di più da qui in avanti. Uno studio del Gruppo Cegos, “Observatory Barometer 2020”, realizzato tra oltre duemila professionisti di quattro paesi europei tra cui l’Italia, ha stabilito che nell’immediato tre lavoratori su quattro vedranno cambiare i contenuti del proprio lavoro e che per lo stesso motivo dovranno preferibilmente seguire corsi di formazione. Il rapporto sottolinea l’importanza di puntare con massima attenzione sulle cosiddette “soft skills”, termine inglese che indica una serie di competenze relazionali, ovvero una sensibilità in campo sociale oltre che nella comunicazione e quindi – in generale – tratti caratteriali, mentalità, atteggiamenti. Potremmo riassumerle in generale con “cultura” nel senso di “conoscenza” o “informazione”. In un mondo dove le informazioni circolano sui canali digitali senza soste, è necessario adeguarsi.
I corsi di formazione sono lo strumento indispensabile per quei lavori in cui l’acquisizione di nuove competenze deve essere mirata e rapida. Ecco perché se ne prevede un forte aumento sia in modalità online che in presenza. La trasformazione digitale finirà (lo sta già facendo) per portare alla ribalta nuove professioni, nuovi impieghi. Ma è proprio per questo che l’esigenza di acquisire nuove competenze diventa prioritaria.
Ma siamo pronti davvero al cambiamento? Lo studio del Gruppo Cegos, riporeso anche dal Sole 24 Ore, evidenzia come solo il 30% degli addetti ai lavori abbia attualmente le capacità per rispondere alle nuove sfide aziendali, in particolare proprio per quanto riguarda le soft skills, ovvero quella complessa fusione tra sensibilità e competenza. Perché, se i requisiti principali richiesti dal lavoro del futuro sono state identificate nella capacità di adattamento, nella comunicazione digitale e nel management da remoto, altri tre fattori risulteranno decisivi per sviluppare le suddette qualità. Si tratta della facilità di accesso ai contenuti, la simulazione di situazioni lavorative reali e l’aspetto ludico e interattivo. A questo proposito, ancora più importante sarà la capacità di sviluppare percorsi formativi personalizzabili.